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Informativa riguardante le implicanze per le Aziende derivanti dall’entrata in vigore del Titolo VIII, Capo V (articoli dal 213 al 220) del D.Lgs. 81/2010
Generalità ed entrata in vigoreIl 26 aprile 2010 entrerà in vigore l'obbligo per le Aziende di valutare i rischi derivanti dall'esposizione a radiazioni ottiche artificiali dei lavoratori, con particolare attenzione ai rischi dovuti agli effetti nocivi sugli occhi e sulla cute. Infatti, in applicazione della Direttiva Comunitaria 2006/25/CE, il Decreto Legislativo n. 81/2008, al Titolo VIII, Capo V (articoli dal 213 al 220), introduce misure di protezione dei lavoratori contro i rischi relativi all'esposizione a radiazioni ottiche di origine artificiale (in particolare ai rischi dovuti agli effetti nocivi sugli occhi e sulla cute) a carico del Datore di lavoro aziendale, che, a partire dal 26 Aprile 2010, prevederà l’obbligo di:
Cosa sono le radiazioni ottiche artificiali (“ROA”)Le radiazioni ottiche artificiali (“ROA”) sono tutte le radiazioni elettromagnetiche nella gamma di lunghezza d'onda compresa tra 100 nm e 1 mm. Lo spettro delle radiazioni ottiche si suddivide in radiazioni ultraviolette (quelle con lunghezza d'onda compresa tra 100 e 400 nm), radiazioni visibili (quelle con lunghezza d'onda compresa tra 380 e 780 nm) e radiazioni infrarosse (quelle con lunghezza d'onda compresa tra 780 nm e 1 mm):
Alle radiazioni ottiche artificiali appartengono altresì le radiazioni laser, ovvero quelle prodotte da dispositivi laser (amplificazione di luce mediante emissione stimolata di radiazione), caratterizzate da una sola lunghezza d’onda, fascio di elevata densità di energia altamente direzionali.
Effetti sulla saluteI principali rischi per l'uomo derivanti da un'eccessiva esposizione a radiazioni ottiche riguardano essenzialmente due organi bersaglio, l'occhio in tutte le sue parti (cornea, cristallino e retina) e la cute. Come per le radiazioni ionizzanti, i danni procurati a tali organi possono avere un ben preciso rapporto di causa-effetto, cioè è possibile stimare una dose soglia affinché il danno si manifesti (effetto deterministico), oppure può non esserci una correlazione tra causa ed effetto (effetto stocastico). Non tutte le lunghezze d'onda appartenenti alle radiazioni ottiche, inoltre, hanno gli stessi effetti su occhio e cute:
Nel caso in cui la sorgente luminosa sia rappresentata da un laser, gli effetti sopra riportati risultano, nella maggior parte dei casi, amplificati e spesso irreversibili. Questo è dovuto alle caratteristiche che un fascio laser possiede: anche per questo si parla spesso di rischi indiretti da laser, come incendi ed esplosioni. Un discorso a parte meritano le sorgenti (laser o non) di luce blu (380-550 nm) e quelle di IRA (infrarosse “A”). Entrambe queste lunghezze d'onda vengono focalizzate dall'occhio e pertanto contribuiscono alla dose assorbita dalla retina:
Incidenza di infortuni e malattie professionaliE' molto difficile avere stime attendibili sull'incidenza di infortuni professionali e malattie professionali dovuti all'esposizione a radiazioni ottiche artificiali. Ciò in relazione a due ragioni principali: la prima è che, a parte alcune eccezioni (eritema o ustioni), gli effetti non sono immediatamente riscontrabili; la seconda è che ogni giorno ciascuno di noi è esposto alla luce, sia artificiale che solare, in dosi difficilmente quantificabili e secondo modalità (luce diretta o diffusa) estremamente disomogenee. In ogni caso, patologie come i tumori della pelle, tra cui il melanoma, sono ormai da tutti riconosciute fortemente dipendenti dall'esposizione a radiazione ottica ultravioletta. Nel caso dei laser, invece, le lesioni si manifestano molto più velocemente ed è per questo che, nel loro utilizzo, il personale è tradizionalmente più cauto (e, di solito, anche più formato) e gli incidenti meno probabili.
Quali sono le possibili sorgenti di radiazioni ottiche artificiali prensenti nelle aziende?Le sorgenti di radiazioni ottiche artificiali presenti nelle attività lavorative sono molteplici. Nella tabella seguente si indica un elenco NON esaustivo dei principali campi di applicazione:
La valutazione dei rischiCome precedentemente indicato, il Datore di lavoro deve effettuare una valutazione dei rischi da esposizione a radiazioni ottiche di origine artificiale. Tale valutazione deve essere basata su livelli successivi e progressivi di approfondimento e di quantificazione/stima:
Il primo livello di valutazione indicato può essere definito come l’ “analisi preliminare” in cui il Datore di lavoro decide sull’esistenza o meno del rischio. Qualora il rischio risultasse sostanzialmente trascurabile, nel Documento di valutazione del rischio il Datore di lavoro può includere una “giustificazione” per la quale, data la natura e l'entità dei rischi connessi a esposizione a radiazioni ottiche artificiali, non e' stata necessaria una valutazione dei rischi più dettagliata. Il secondo livello di valutazione indicato può essere definito come la “stima dell’esposizione” in cui si valutano strumentalmente e metodologicamente i livelli di radiazioni ottiche artificiali a cui sono esposti i lavoratori. Il secondo livello di valutazione dei rischi dovrà essere comunque realizzato nei seguenti casi (elenco NON esaustivo):
Milano, 10 aprile 2010 |
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